Washi: la carta tradizionale giapponese per la moda
La carta giapponese Washi
Le sue antiche origini
Ogni modello della KAMI Paper Capsule è realizzato in filato di carta giapponese Washi.
La carta Washi ha origini antichissime: la sua tecnica di produzione venne introdotta in Giappone da un monaco buddista coreano intorno al VI secolo. Inizialmente soltanto le classi sociali più benestanti potevano permettersela, ma col tempo si diffuse in tutto il Giappone, rivelando così anche i suoi segreti di fabbricazione.
Come viene prodotta la carta washi?
Dalla pianta al tessuto
Forza, flessibilità e leggerezza sono le caratteristiche del filato di carta Washi creato con l'Abaca. Conosciuta come canapa di Manila, una pianta che cresce spontaneamente senza l'uso di pesticidi e quindi con un ridotto impatto ambientale, garantendo prestazioni sorprendenti della fibra.
Le fibre di canapa di Manila sono note per essere resistenti al calore e all'umidità . Gli steli maturi della pianta vengono tagliati e le guaine fogliari, private prima delle foglie, vengono aperte per estrarre le fibre.
Per creare un filo uniforme, è necessario realizzare una lamina di carta sottile e sufficientemente lunga. La carta ottenuta viene tagliata in nastri molto fini che a loro volta vengono ritorti su loro stessi grazie a tecniche giapponese molto delicate e di precisione.
La carta è considerata un tessuto?
La composizione del filato washi
Il filato di carta Washi viene utilizzato insieme al cotone e al poliestere, che conferiscono maggiore resistenza e tenacia al tessuto finito. Il filato Washi ha un'anima in poliestere riciclato circondata da carta: questa struttura garantisce la biocompatibilità per il contatto diretto con la pelle.