WORN BY Andrea Godi
Exploring taste, territory and passion with Andrea Godi - chef in the heart of the Tuscan countryside.
"Lo studio della materia è importante perché senza una buona base non si può costruire qualcosa, ma è altrettanto importante l’immaginazione, avere un’ispirazione e metterci del proprio: la personalizzazione è fondamentale."
Andrea Godi lavora come chef presso il Relais & Châteaux Il Borro. Ispirato fin da piccolo dalle sue nonne, Andrea ha trasformato la sua passione per la cucina nella sua professione. L'uso di materie prime di alta qualità , la geometria e il colore sono elementi ricorrenti nei suoi piatti. Leggi la sua intervista per conoscere meglio Andrea e il suo lavoro.
Presentati: di cosa ti occupi e quando hai deciso che questa sarebbe stata la tua strada nella vita?
Mi chiamo Andrea Godi, ho 31 anni e sono uno chef.
Da quando andavo all’elementari ho sempre saputo di voler fare lo chef, non so se a guardare le mie nonne cucinare o altro, però ho sempre avuto questa idea nella testaÂ
Chi sono stati i tuoi modelli e chi ti ha ispirato?
Il mio modello di ispirazione sono state all’inizio le mie nonne perché le vedevo cucinare e mi sono appassionato alla materia stando con loro. Di modelli poi ne ha avuti anche tanti altri, per esempio tutti i maestri che ho avuto e per i quali ho lavorato. Ognuno mi ha ispirato a modo suo e mi ha lasciato qualcosa.
Come si svolge una tua giornata tipo?
La mia giornata inizia di solito verso mezzogiorno. Nel pomeriggio prepariamo la mise en place. In seguito, noi chef ceniamo, naturalmente. Poi facciamo un breve briefing tra la sala da pranzo e la cucina per discutere della clientela e di eventuali problemi che potrebbero sorgere durante la serata. Infine, iniziamo il servizio, che di solito termina intorno alle 23.00.
Qual è la più grande soddisfazione nel tuo lavoro?
La soddisfazione più grande è quando il cliente si alza, entra in cucina e dice che ha mangiato benissimo. Oppure quando ti vengono a fare i complimenti, o quando passi per i tavoli e ti dicono che sono stati benissimo. Queste sono le soddisfazioni, alla fine questo è l’importante, no?
Ricordi il primo piatto che hai cucinato?
Forse sì, a casa. Furono delle scaloppine al limone o al vino bianco, una ricetta presa da un libro dell’alberghiero. Vennero tremende, orribili! Feci veramente un disastro in cucina e il risultato non fu buono. Ma l’importante è migliorare, sempre.